Il taccuino delle voci: I due volti di gennaio

Una serata da riempire, si sceglie un film stile noir, si caricano le batterie, e si ritorna alla vita quotidiana. “I due volti di gennaio” è il classico film da vedere in queste serate, per poi assimilare i particolari in un altro momento. Si potrebbe abbozzare la narrazione della pellicola iniziando dai tre personaggi, lui, lei e l’altro, in sintesi una coppia di sposini e una guida turistica, apparentemente distanti e accomunate da uno stesso destino. La storia è raccontata lentamente, si presentano i personaggi lasciando un po’ d’ambiguità per poi mostrare il lato oscuro con le azioni e i dialoghi, e le ambientazioni hanno un colore chiaro e splendente capace di tinteggiare e abbellire il dubbio.

"I due volti di gennaio" si potrebbe descrivere come un film thriller psicologico, ci sono tutti gli elementi per identificarlo come un noir, ci sono gli sposini tranquilli e un innocente Cicerone, c’è armonia, serenità, bellezza, e un improvviso incontro mostra l’identità di lui, lei, e l’altro stravolgendo la serenità con molti punti interrogativi da sgranare fino alla fine.

Il centro del dubbio è la coppia di sposini, il ricco Chester e la raffinata Colette, due americani in vacanza in Grecia per svagare, in realtà non sono dei vacanzieri; lui è un uomo d’affari che ha truffato i suoi clienti ed è inseguito dalla polizia e dai creditori; lei è ambigua fino all’ultimo, appare ingenua e consapevole, sa ma non rivela il “quanto”. Tra i due s’intrufola la guida turistica Rydal, anch’esso coperto da un passato da scoprire.

Lentamente prende corpo la storia e improvvisamente appare sulla scena un detective, quello che deve scovare il truffatore, e da questo momento subentra l’azione: Chester uccide il detective e avventatamente coinvolge Rydal, il quale ammaliato da Colette, aiuta la coppia a scappare. Da questo momento i tre personaggi sono uniti dallo stesso filo, le ambientazioni si trasformano e al posto della tranquillità subentra la morte, il ricatto, la menzogna, l’ambiguità si attenua e il mistero si infittisce senza mollare il colore giallo chiaro.