venerdì 10 maggio 2019

La cittadella di A. J. Cronin

Andrew Manson, un uomo scozzese senza risorse economiche, per pagare gli studi universitari, ottiene un finanziamento istituito e gestito dall’Università da rimborsare a rate mensili a conclusione del ciclo di studi. Dopo la laurea, lascia il suo paese natio e, tra un annuncio e l’altro, trova il primo impiego come assistente nell'ambulatorio del dott. Page in un piccolo centro minerario in Galles. Già dal primo giorno di lavoro avverte numerose falle nella medicina sempre più obsoleta e incapace di fornire ai minatori, già sofferenti dal duro lavoro, un'adeguata assistenza medica, e riscontra un abisso tra la realtà e le nozioni assorbite con lo studio. Inoltre, nota e segnala colleghi incompetenti attaccati più ai facili guadagni che al benessere dei pazienti, e nell'esercizio delle loro funzioni abusano della propria posizione prescrivendo medicine inutili con un eccesso di certificati medici falsi. Nella mischia dei colleghi inclusi nella lista nera esclude il dott. Danny, un medico preparato e competente, ma con problemi di alcolismo che lo porta a disertare il lavoro e spesso sostituito da Manson a titolo di amicizia.
 


Manson, un uomo di forti principi morali, inizia a denunciare i problemi del sistema sanitario inglese e la gestione dei medici precari sottopagati e legati al principale come le gambe del tavolo secondo consuetudini scandalose. E dopo aver vissuto sulla propria pelle spiacevoli episodi, e a causa dell'ennesima lite con la moglie e amministratrice del titolare, rassegna le dimissioni e si trasferisce in un’altra località portando con sé Christine Barlow, una maestra delle elementari, sposandola appena ottenuto un’ottima posizione come medico in un ambizioso studio.
Nel nuovo paese è ben accolto dai colleghi e dai pazienti, lavora nell’ambulatorio sapendo di avere a disposizione un ospedale, e in un piccolo laboratorio inizia a studiare le malattie polmonari dei minatori usando come cavie i maiali. Nel nuovo ambulatorio, come il precedente, i principi di Manson si scontrano con i metodi gestiti dai pazienti e dai medici, ad esempio si lascia sfuggire diversi pazienti perché, a differenza dei suoi colleghi, non rilascia falsi certificati d’esenzione dal lavoro ai finti malati, oppure chiede l’abolizione di una parte del regolamento che prevede la cessione di un quinto dello stipendio al principale.
Manson desidera il meglio da sé stesso e per crescere professionalmente e per affrontare con successo tutti i gradini della carriera medica, tra una visita e l’altra, studia per conseguire un ambizioso titolo, il MRCP. Con l’appoggio e con le preziose ripetizioni della moglie-insegnante passa il complicatissimo esame con ottimi voti, ma il successo dello studio si scontra con i suoi metodi di lavoro, ad esempio dopo una perquisizione nel suo laboratorio, dove esegue gli esperimenti sugli animali e in assenza di un'autorizzazione dal Ministero degli Interni, i colleghi lo denunciano e lo processano al Comitato. Il dibattito all'interno del Comitato si conclude a favore del giovane medico, e Manson, come reazione al trattamento subito, stralcia il contratto di lavoro dando le dimissioni per ottenerne un altro in un’altra località.
L'attesa per un nuovo impiego è breve perché grazie a un curriculum eccellente e ai suoi studi polmonari, ottiene un nuovo incarico come Ufficiale sanitario. Nel nuovo ambiente nota ugualmente degli scricchioli del sistema sanitario, e tra una giornata vuota e l’altra, tra un’ora e l’altra senza far nulla, e dopo aver capito che inizialmente doveva controllare e analizzare le bende dei minatori e solo successivamente studiare le malattie polmonari dei minatori, lascia l’ambita posizione per  lavorare come medico in un ambizioso studio con facoltosi pazienti. Da questo momento e per un certo periodo, Manson respira l’aria dai facili guadagni e rischia di soffocare i suoi sani principi perché pur di arricchirsi cura alcuni malati immaginari, prescrive medicinali conoscendo l'inutilità, e si concede ghiotte parcelle facendosi pagare profumatamente gonfiando il conto in banca come tutti i suoi colleghi. Soltanto dopo aver affidato un suo paziente nelle mani di un incapace chirurgo si rende conto che sta intraprendendo la strada sbagliata toccando il fondo, ma ormai è troppo tardi. Per non perdere il controllo di se stesso, dopo aver perso la moglie in un incidente, da una svolta alla sua carriera assieme a due suoi amici colleghi, ma prima di metter in atto i piani deve affrontare un processo perché la commissione disciplinare lo accusa di aver operato una donna collaborando con un uomo senza uno stralcio di titolo accademico: rischia di essere radiato dall’albo dei medici.
 


Nel 1937 A. J. Cronin pubblicò un romanzo dal titolo “La cittadella” e ancora oggi riscontra un buon successo di critica e di lettori forse anche grazie a due trasposizioni per la televisione, uno nel ’64 con Alberto lupo e l’altro nel 2003 con Massimo Ghini. Il romanzo denuncia, con crudi dettagli, la situazione del sistema sanitario inglese che si nutre di studi superati e cure obsolete, che finanzia ospedali fatiscenti a discapito della ricerca e della sperimentazione di nuove cure. La cittadella segnala alcuni comportamenti scorretti compiuti da medici altolocati impreparati e incapaci a curare i malati o riconoscere patologie elementari perché non sono disponibili ad ampliare le proprie conoscenze con lo studio o i corsi, e si evidenzia l’inadeguatezza di alcuni operatori sanitari che vivacchiano di espedienti usando dei sotterfugi pericolosi esponendo innocenti pazienti a morte certa. Attraverso gli occhi di Manson, nel romanzo, tra una pagina e l’altra, si denuncia la corruzione di una casta, quella dei medici, dal conto in banca a più cifre, che pur di vivere nel lusso sfruttano i deboli, da una parte i pazienti per arricchirsi o facendosi la guerra tra colleghi per accaparrare il più gran numero di pazienti da spremere, e dall’altra dissanguando i laureandi impedendo la loro crescita professionale, paralizzando così l’intero sistema sanitario.
Recentemente mi hanno prestato il libro di Cronin pubblicato nel 1965, e mi ha incuriosito leggere la lista dei libri pubblicati da altri autori nella stessa collana, e soprattutto mi ha intrigato leggere i prezzi di ogni singolo volume, ad esempio: il libro "La cittadella" costava Lire 1300, "La peste" di Albert Camus L. 1000, "Furore" di John Steinbeck L. 1400; invece i prezzi dei libri per i più piccoli oscillavano da L. 600 a L. 1900.
 
 
Scheda del libro
 
Titolo: La cittadella
Autore: Archibald Joseph Cronin
Titolo originale: The citadel
Traduttore: Carlo Coardi
Casa editrice: Bompiani, edizione del 1965
Collana: I Delfini
Genere: romanzo
Pagine: 384
 


4 commenti:

  1. Un romanzo che mi è rimasto nel cuore, sempre dello stesso autore mi era piaciuto E le stelle stanno a guardare, meraviglioso. Ciao ciao.
    sinforosa

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    1. 'E le stelle stanno a guardare' è già nella lista dei libri da leggere ... speriamo a breve. Ciao @Sinforosa

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