In una piccola collina, nel cuore della Marmilla, in un comunissimo
luogo in cui si poteva tranquillamente coltivare la terra, o fare una
passeggiata, sporgevano dal terreno mucchi di anonime pietre formando delle cavità.
Alcune persone, mentre li osservavano, si resero conto che sotto il terreno non
c’era il nulla, o un semplice agglomerato di massi, o come alcuni sostenevano un pozzo ormai asciutto, ma tutt’altra cosa.
L’intuizione dell’archeologo Giovanni
Lillliu procedette verso la strada giusta, e riuscì ad ottenere i finanziamenti
per gli scavi che iniziarono nel 1950, e pietra dopo pietra, lavorando palmo a
palmo, emerse uno dei nuraghi più grandi e importanti della Sardegna.