Da molto tempo avevo nel cassetto il desiderio di leggere il
libro dell’esploratore ungherese, ma per una serie di motivi non riuscivo a
trovarlo, o era fuori commercio, o irreperibile o addirittura molti librai non
lo conoscevano e quindi di difficile vendibilità. In questi casi chi ci viene
in aiuto e chi rimedia la “latitanza”
del libro introvabile è sempre la biblioteca.
Qua e là si trovano una grande quantità di libri di viaggi nel
deserto, per non parlare dei diari o di storie locali raccolte in diversi
reportage, eppure anche se abbiamo tutto questo materiale “Sahara sconosciuto”
di László E. Almásy continua ad avere un suo fascino, ed è “considerato il classico per eccellenza della letteratura di viaggio nel
deserto”, così si legge nella copertina del libro.
Infatti è il classico libro che si legge tutto d’un fiato, e
poi si rilegge e si rilegge ancora perché non è il solito diario di avventura.
In "Sahara sconosciuto", la ricerca di terre sconosciute e impenetrabili sono alla portata del lettore inesperto in materia di Sahara, e si scopre e si riscoprono le insidie del deserto direttamente da chi lo attraversò ed esplorò agli inizi degli anni 20-30 del secolo scorso.
In "Sahara sconosciuto", la ricerca di terre sconosciute e impenetrabili sono alla portata del lettore inesperto in materia di Sahara, e si scopre e si riscoprono le insidie del deserto direttamente da chi lo attraversò ed esplorò agli inizi degli anni 20-30 del secolo scorso.
Negli anni trenta si esplorava il deserto solo con l’ausilio di
una bussola, osservando le stelle e studiando le cartine geografiche incomplete,
rilevando sul libro di bordo le variazione delle rotte o lo stato del
contachilometri, e con taniche di benzina e l’insostituibile acqua, in totale isolamento (non dimentichiamo che i telefonini non esistevano), si
percorrevano chilometri all’interno del deserto con il rischio di andare fuori
rotta o capottare con le macchine all'insaputa dei colleghi rimasti nell'accampamento.
Cartina geografica dell'epoca di Almásy |
Almásy non fu il solito avventuriero, ma mappò dettagliatamente
alcuni siti, andò alla ricerca di Zerzura conosciuta come l’introvabile città
del deserto, e poi scoprì le pitture
preistoriche nella “Caverna dei Nuotatori” a Gilf Kebir, e con la mappatura del
Gran Mare di Sabbia riuscì a completare le carte geografiche dell’interno del
deserto libico e dell’Egitto: tutti questi luoghi e siti sono descritti
magistralmente dall’autore ungherese.
Almásy e i suo collaboratori non solo incrociarono le persone
del luogo, ma a Cufra, l’oasi dei Senussi, incontrarono anche i colonizzatori,
gli italiani; e noi comuni lettori, in poche righe, possiamo aggiungere al
nostro sapere piccoli pezzi di storia di politica estera e di guerra del nostro Paese, come l’attacco
di Cufra, le incursioni aere italiane e il calvario dei profughi: non
dimentichiamo che durante l’attacco italiano ci furono molti morti, e i senussi
che sopravvissero perirono subito dopo durante la fuga nel deserto.
Pitture scoperte da Almásy nella Caverna dei Nuotatori |
il waddan, una pecora che vive in Algeria, in Tunisia, a est della valle del Nilo, è un esemplare sconosciuto e introvabile;
il ghibli, il vento caldo del sud descritto come “uno dei più terribili nemici dei beduini”;
e soprattutto le leggi del deserto per la sopravvivenza, come questa: “quando si trova qualcuno in condizioni di assoluta disidratazione, non gli si può dare subito da bere, altrimenti le mucose inaridite di bocca e faringe si gonfierebbero improvvisamente e l’edema provocherebbe la morte immediata per soffocamento” (pagina 178).
Finito di leggere il libro restano le avventure vissute in prima persona da László E. Almásy, pezzi di vita indelebili anche per noi piccoli lettori avventurosi. Tirando le somme, dopo la lettura resterà vivo nella
mente: il capitolo “Profughi” (un capitolo tristissimo) e dal titolo non è necessario
accennare che cosa scrisse perché si può immaginare che cosa capitò o meglio
cosa capita ai profughi che scappano nel deserto; il capitolo più avventuroso e
pieno d'imprevisti “Nel Gran Mare di Sabbia”; il capitolo pieno di suspense “Arte Preistorica” …. in
ogni caso tutto il libro è un’avventura.
Titolo: Sahara sconosciuto;
Autore: László Ede Almásy;
Titolo originario: Az ismeretlen Szahara (del 1934), oppure
Unbekannte Sahara (del 1939);
Lingua originale: ungherese e tedesco;
Traduzione dal tedesco: Andrea Bianchi;
Genere: biografia, avventura;
Pagine: 318;
Anno: 2004;
Prezzo di copertina: 9,90
Nessun commento:
Posta un commento
Ricordo ai lettori che il legislatore ha emanato una norma per proteggere i dati personali quando si naviga nei blog, quindi, prima di lasciare un commento, si consiglia la lettura della pagina “Disclaimer, Privacy & Cookie”.