domenica 28 settembre 2014

La conserva di pomodoro

Il mese di settembre sta per finire, è stato un periodo impegnativo, ci si organizza per l’inverno, per di più è il mese della conserva. Ogni famiglia ha la sua ricetta tramandata dalle nonne, ricette insostituibili  dall’industria alimentare. Organizzare il lavoro è faticoso, coinvolge tutta la famiglia, i preparativi iniziano diversi giorni prima con la scelta dei pomodori e quindi del fornitore,  abitualmente del luogo; si compra la materia prima direttamente dal produttore eliminando tutta la catena di distribuzione dei prodotti agricoli (contadino-grossista-supermercato), come dire a chilometri zero; si devono cercare vecchie bottiglie di vetro, come quelle delle birre, che verranno accuratamente  lavate e asciugate; inoltre si controlla se gli strumenti da lavoro sono da sostituire o se necessitano di una piccola manutenzione. Preparare la conserva a casa consente un buon risparmio, sia in termini economici che salutari: scegliendo la materia prima esente da sostanze nocive, come i pesticidi, si ottiene un buon prodotto genuino che dura tutto l’anno e, in alcuni casi con una buona sterilizzazione, anche di più.
Ci si sveglia la mattina presto e si incomincia il lavoro: ognuno ha il suo compito.
Prima di iniziare si devono scegliere i pomodori maturi e scartare quelli verdi e le parti deteriorate, e, mettendoli in grandi bacinelle, si devono lavare accuratamente, e poi si tagliano  in due o tre parti eliminando il picciolo. A questo punto possiamo cuocerli in un grande recipiente, chiamato su lapiolu, durante la cottura dobbiamo girare ogni tanto per impedire che si attacchi sul fondo aiutandoci con un cucchiaione di legno robusto; a metà cottura uniamo il basilico e il sale e lasciamo cuocere fino quando i pomodori saranno sfatti.
 


 
Quando è ancora caldo, si macina con lo spremipomodoro elettrico o a manovella (in commercio si possono scegliere diversi modelli), raccogliendo il succo in una bacinella, rimacinando il residuo della spremitura per una o due volte in modo tale da ottenere la massima resa.
 



 
La conserva si imbottiglia quando è ancora calda, usando le bottiglie precedentemente lavate e accuratamente asciugate (l’acqua è il nemico della conserva) aiutandosi con un imbuto. Le bottiglie non si devono riempire totalmente ma lasciando un piccolo spazio vuoto di circa 4-5 cm dal bordo per impedire che esplodano durante la sterilizzazione, vanno chiuse con i tappi metallici con l’apposito strumento.
 
 
Adesso possiamo dire che sono pronte per la sterilizzazione: si devono avvolgere con stracci e poste dentro un grosso e robusto bidone munito di coperchio, foderato con stracci, riempito di acqua fino a coprire totalmente le bottiglie e collocato sopra un treppiedi; acceso il fuoco si lascia bollire per circa un ora, quindi si lascia raffreddare (il tempo richiesto è di circa un intera notte) e si tolgono stando attenti ad eventuali cocci di vetro perché durante la bollitura può capitare che alcune bottiglie si rompano.


 
Terminate le operazioni si devono asciugare le bottiglie e per riporle nella dispensa, in un luogo fresco lontano dalla luce diretta, possibilmente in una cantina. Prima di cucinare la conserva occorre  lasciarla riposare per un paio di giorni, una volta aperte le bottiglie, la conserva va conservata in frigo e consumata in pochi giorni.

4 commenti:

  1. e me no male che non mi cercate! :-P a me piaceva farla quando c'era ancora il mio nonno....adesso si fa meno...essendo anche meno in casa la conserva la usiamo poco. i condimenti variano in casa mia! Tizi

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    1. Prima era più faticoso. Avevamo l’orto e si lavorava duramente. Ciao

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  2. Bello ma che dramma i giorni della conserva....odiavo l'odore dei pomodori! E' stato Michele a bere tutta quella birra?! Tanti cari saluti a te e al fratellone anche da parte di Mirko!

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    1. per la birra hanno contribuito un po’ tutti, dai vicini, ai colleghi e amici. Alcune bottiglie sono di vecchia data. Fortunatamente piace
      Saluti e Baci. Ciao ciao

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