lunedì 16 dicembre 2013

Scalare la speranza

Il periodo natalizio è ricco di iniziative benefiche e tutti ci ancoriamo al detto “a Natale siamo tutti più buoni” dimenticando che l’anno è composto da 365 giorni. E’ una frase senza senso perché, molti individui concentrano piccoli gesti utili e insostituibili in un solo periodo dell’anno, altre persone lavorano per noi costantemente ogni giorno e portano avanti progetti sottovalutati o ignorati. Oggi, curiosando in internet, ho trovato un link a me sconosciuto. Si parla di un progetto, intitolato “Scalare la speranza”, che intende portare in cima al Kilimanjaro un bambino e una bambina palestinesi feriti che hanno perso una gamba. Il progetto è appoggiato dallo scrittore poeta Ibrahim Nasrallah. Le parole di Nasrallah mi hanno colpito e sinceramente non ero al corrente di questa iniziativa e, soprattutto, non conoscevo la storia della campionessa palestinese Suzanne Al Houby. Conoscere il poeta personalmente ad Al Ard, a Cagliari, è stato emozionante, ma leggere le sue parole mi ha coinvolto; commuovente la forza dei bambini. Voglio condividere i contenuti del progetto con tutti coloro che passeranno da qui. Troverete tutto il materiale in lingua italiana, inglese e arabo nel link:

https://www.z2systems.com/np/clients/pcrf1/campaign.jsp?campaign=98&fundraiser=4166&team=63&

Scaleranno la montagna con voi.
Con loro raggiungerete la vetta.
C’è molto
Ma qui vogliono solo il minimo:
Una nonna accanto alla piccola racconta a raccontare fiabe
Non è mai stata dal medico Mai é stata da un medico dottore
Non ha mai preso medicine Mai ha preso una medicina
Gira come olivo per nei i campi
E prima che il gallo canti del canto del gallo apre la strada alla speranza
E a esempio si cita -la sua salute è esempioE la sua salute si cita a esempio.
...
C’è molto
Ma qui non vogliono che il minimo:
scalare la montagna.

Alcuni mesi fa ho incontrato una cara amica, la campionessa palestinese Suzanne Al Houby, la prima donna araba che abbia raggiunto la cima dell'Everest. Suzanne mi ha parlato del progetto di scalare il monte Kilimanjaro a sostegno del “Fondo di soccorso ai bambini palestinesi” (Palestine Children’s Relief Fund, PCFR). Ho saputo da lei che finora negli ultimi anni il PCRF ha fornito assistenza medica e chirurgica a migliaia di bambini palestinesi. Bambini feriti che erano stati oggetto delle brutalità delle forze di occupazione israeliane sioniste e che in conseguenza di ciò hanno perso uno degli arti o un occhio oppure che comunque hanno riportato danni fisici permanenti. Il PCFR ha assistito in generale i bambini malati, sia in Palestina, sia in altre parti del Medio Oriente.
Fondato nel 1991, durante l’intifada e la feroce repressione israeliana, il PCRF è un’organizzazione apolitica e senza fini di lucro che si dedica a curare le ferite della guerra, dell'occupazione militare e della povertà dei bambini palestinesi.
Nell'ascoltare Suzanne ho capito che si tratta di un progetto nobile e importante e da lei ho saputo che nella scalata del Kilimanjaro, la montagna più alta dell'Africa, alcuni volontari di diverse parti del mondo accompagneranno due ragazzi palestinesi che hanno perso le gambe. Si tratta di Mutassim, un ragazzo di 15 anni e di Yasmin, una ragazza di 14 anni. Alla tristezza si è unito un senso di orgoglio per questo progetto. Questi bambini palestinesi vogliono portare un messaggio in cima alla montagna e inviarlo a tutto il mondo: il messaggio dice che l'esercito israeliano sionista ha devastato sì i loro corpi, ma non li ha sconfitti, non saranno mai sconfitti. Questi ragazzi senza gambe ci dicono: noi siamo i figli della vita, i figli di un popolo che da un secolo combatte per la libertà e questo popolo non sarà mai sconfitto.
Ho deciso subito di prendere parte al progetto: “Scalare la Speranza”. Capivo che il sostegno morale o finanziario non era sufficiente, dovevo accompagnare Mutassim e Yasmin e camminare con loro per tutta la strada fino alla vetta. La mia partecipazione, come quella degli altri volontari, si propone di sostenere il progetto e raccogliere un milione di dollari a favore del “Fondo di soccorso ai bambini palestinesi”. Ogni volontario cercherà di raccogliere fondi attraverso la propria pagina su internet. Le donazioni on line vanno direttamente sul conto del PCRF.
Mutassim e Yasmin, che sono stati curati con l’aiuto del PCRF, con la loro spiccata sensibilità hanno capito che a loro volta devono aiutare altri bambini, le nuove vittime, in Palestina e altrove.
Mancano poche settimane all'inizio del nostro viaggio.
Partiamo il 17 gennaio 2014, ma fin d'ora, quando comincio a prepararmi per accompagnare questi due ragazzi nella loro scalata verso la cima, sento in me stesso una profonda trasformazione. Li voglio conoscere meglio, voglio conoscere meglio una generazione che l'esercito israeliano sionista ha cercato di privare dell’infanzia, bambini a cui l'esercito israeliano sionista tenta di chiudere i percorsi di speranza che genitori e nonni hanno cercato di aprire per loro con tanti sacrifici. E poi, non vedo l'ora di incontrare quegli uomini e quelle donne, arabi e non, che parteciperanno a questa scalata.
Per questi motivi, cari amici, vi invito tutti a farvi avanti per sostenere questo progetto. Ogni donazione sarà molto apprezzata. Ogni donazione è un passo che avvicina Yasmin e Mutassim alla vetta, ma è anche un passo che avvicina tutti i bambini della Palestina alla libertà e alla speranza di un futuro migliore.
Scaleranno la montagna con voi.
Con loro raggiungerete la vetta.
Ibrahim Nasrallah

3 commenti:

  1. Una bella iniziativa...

    Lorenzo

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  2. @Lorenzo e @Tizi: è meraviglioso; è per questo motivo che ho deciso di spargere la voce. Se vi interessa cliccate il link. A presto

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