Nel continente tutti la chiamano Carta da Musica per
il rumore che emette quando si mangia, e chi conosce il prodotto non gradisce
questo nomignolo perché è generico e non si distinguono i vari tipi di pane. Non
tutti sanno che in base alla grossezza e alla lavorazione
ogni varietà di pane sardo prende un nome differente: pane fresa, o pane
carasau, o corrias e così via, tutti nomi che possono variare anche in base
alla località. Non ricordo quando è stata l’ultima volta che vidi i miei
familiari all’opera per preparare il tipico pane sardo conosciuto un po’ ovunque
e che distingue la tavolata sarda da quella di altre regioni italiane. Conosco a
grande linee la lavorazione e le varie fasi, come ad esempio la seconda cottura,
ma non ho mai partecipato attivamente, così ho rappresentato e ho ricostruito
la scena come lo so fare io: usando un uncinetto e del cottone.
▼
lunedì 22 maggio 2017
venerdì 12 maggio 2017
La luce sugli oceani di M. L. Stedman
Tom Scherbourne, un ex
soldato super decorato della Prima guerra mondiale, trova lavoro come
guardiano di un faro in una piccola isoletta dell’Australia sud-occidentale,
Janus Rock. Nell’isola la vita trascorre lentamente in totale isolamento, le
giornate si riempiono con il lavoro, con la manutenzione del faro e la tenuta
del registro da compilare in modo meticoloso annotando ogni giorno ogni fatto
anche se irrilevante. La piattezza delle giornate cambia forma quando Tom
convola a nozze con una giovane donna australiana, Isabel Graysmark.
La giovane moglie si
abitua immediatamente ai silenzi e alla monotonia dell’isola, e per dare un
colore in più alle giornate studia l’isola palmo a palmo, assegna dei nomi ad
ogni via e ad ogni scoglio, e perfezionando con annotazioni e schizzi una carta
topografica incompleta del piccolo territorio, chiamerà piccoli luoghi nascosti
o poco conosciuti con nomi bizzarri: Angolo tempestoso, Roccia traditrice,
Spiaggia del naufragio, Balia tranquilla, Punto panoramico di Tom, Scoglio di
Izzy, e così via.