«Deh, quando tu sarai tornato al mondo, / e riposato della lunga via», /
seguitò ‘l terzo spirito al secondo, / «ricorditi di me, che son la
Pia, / Siena mi fé, disfecemi Maremma: / salsi colui che ‘nnanellata pria
/ disposando m’avea con la sua gemma».
Lo scrittore W. Somerset Maugham, leggendo queste righe tratte dal Purgatorio di Dante, rimase talmente
colpito, da utilizzarlo come spunto per il suo romanzo intitolato “Il velo
dipinto”. Nell’opera dantesca, un marito, non avendo il coraggio di assassinare
la propria moglie perché colpevole di
adulterio, allo scopo e nella speranza che morisse presto, decise di portarla
nel castello in Maremma, ma poiché ciò non accadde la fece gettare dalla
finestra. Nel romanzo, una donna adultera, per evitare il divorzio e uno
scandalo, sceglie la proposta del marito di accompagnarlo in un luogo contaminato
dal colera: in questo modo il marito, evitando lo scandalo, si libera della
moglie perché col colera la morte è assicurata.
Lo scrittore intitola il
romanzo come una frase tratta da un sonetto scritto da Percy Bisshe Shelley, un
noto poeta inglese della prima metà dell’ottocento: “Non sollevare quel velo
dipinto, che quelli che vivono chiamano
vita”.
Kitty Garstin, la protagonista
del romanzo, appartiene all’alta borghesia londinese dei primi anni venti. E’
una donna frivola, superficiale, sciocca e viziata che non intende sposarsi, ma
dopo le insistenze della madre, per non deluderla, per allontanarsi dalla famiglia
e da una società asfissiante, decide di sposare per convenienza il dottor Walter Fane, un uomo laureato in medicina e specializzato in batteriologia. Dopo il matrimonio, i coniugi Fane si trasferiscono ad Hong Kong e qui risaltano ancora di più le divergenze di carattere. Walter Fane un uomo innamoratissimo della moglie, ma è noioso e banale, con un ulteriore particolare, è anche un uomo di poche parole. Per capire meglio la differenza tra i due, lei loquace e lui poco incline ai discorsi, nel romanzo c'è una frase molto celebre. Kitty cerca di iniziare un discorso col marito, lei parlava ma lui non rispondeva perché non aveva nulla da dire, così Litty esprime questo concetto:
“Ma se la gente
parlasse solo quando ha qualcosa da dire, rifletteva Kitty, sorridendo, il
genere umano perderebbe presto l’uso della lingua” (pag.40).
Durante il soggiorno ad
Hong Kong, Kitty conosce ed instaura una relazione extraconiugale con il
vicesegretario della colonia Charles Townsend, un uomo sposato e incline all’infedeltà
ma non disponibile a lasciare la ricca moglie Dorothy. I due amanti vivono la
loro relazione adulterina ignorando il fiuto di Walter e, in caso in cui intuisca,
non si preoccupano tanto perché lo considerano troppo codardo per intervenire e
farsi rispettare. Ma si sbagliano.
Walter scopre l’infedeltà
della moglie e per risolvere il problema pone duramente le sue condizioni. La
prima consiste nel concedere il divorzio, senza creare uno scandalo, solo se
Charlie scioglie il suo per sposarla entro una settimana dalla sentenza di
divorzio. La seconda soluzione, se accettata, comporta un alto rischio in
termini di salute perché dovrà seguirlo a Mei-Tan-Fu, un luogo che si trova su
un affluente del Fiume Occidentale e dove c’è un’epidemia di colera. Kitty
incontra subito l’amante per esporre ciò che propone il marito, ma Charlie non
può divorziare perché aspira a diventare governatore coloniale e se dovrà abbandonare
il suo servizio dovrà mettersi in affari in Cina solo con l’appoggio e con
l’aiuto della moglie. Kitty, dopo aver ascoltato le considerazioni del suo
amante e non avendo altre alternative, decide di accompagnare e vivere con il
marito nel luogo contaminato dal colera.
Rincasando, dopo
aver lasciato l’amante, si accorge che il marito ha già preparato le valigie
per tutti e due perché aveva già immaginato come avrebbe reagito il
vicesegretario, e poi non c’è tempo da perdere: deve sostituire il missionario
medico morto già da pochi giorni e lui si è offerto volontario; partono subito.
Il viaggio e i mezzi di
trasporto non sono confortevoli, Walter non parla mai, legge ininterrottamente
e rompe il silenzio solo in rare occasioni. Per giorni interi percorrono
stradicciole in mezzo a immense risaie, durante il lungo viaggio si riposano in
locande e partono all’alba in portantine: Kitty apre il corteo, segue il marito
e poi una fila sparsa di coolie con i bagagli e le provviste. Kitty arriva a
destinazione stremata dal lungo viaggio e subito conosce Maddington, il
vice sovrintendente della dogana, un uomo di 40 anni, bruttino, che vive con la sua
compagna, una donna manciù.
Maddington nota una
fragilità nel carattere di Kitty, la vede stanca, pallida ed infelice; rispetta
il batteriologo ma non capisce perché non guardi mai la moglie o per quale
ragione quando parla sembra che la voce non sia la sua ma di un altro; per lui
i coniugi Fane, in sua presenza, recitano una parte e sospetta della loro
particolare situazione.
Il dottor Fane constata
che l’epidemia di colera è inarrestabile, sono tutti in pericolo, le persone
muoiono a decine; l’unica arma a loro disposizione, oltre al vaccino, consiste
nel non mangiare cibi crudi e bollire l’acqua. Walter lavora duramente, esce la mattina
presto, torna a casa solo per pranzare e rincasa la sera tardi, praticamente ha il tempo
necessario solo per mangiare e per dormire pochissime ore.
Kitty passa le giornate
in solitudine, riesce a rompere la monotonia solo dopo che conosce le suore
francesi del convento destinato all’orfanotrofio e all’ospedale. Il
compito delle suore è quello di assistere i malati e gli orfani, anche se realmente la loro occupazione
è quella di convertire i bambini e trasformarli in buoni cristiani.
Una notte, Maddington sveglia
Kitty per informarla che Walter si è ammalato di colera, la situazione è
gravissima, lo assistono, ma muore dopo aver pronunciato una frase tratto
dall’ultimo verso dell’Elegia di Oliver Goldsmith “a morire fu il cane”.
Nella nota del libro, a pag. 90, si chiarisce il significato “la ballata racconta di
un cane che litiga col padrone e lo morde; tutti credono che il cane sia
idrofobo, e che il padrone morirà; ma l’uomo guarisce, e the dog it was that
died”.
Dopo il funerale del marito, Kitty
torna ad Hong Kong e viene ospitata da Dorothy. Charles la riconquista, ma per
poco tempo. Ritornando in Gran Bretagna, durante il viaggio, riceve la lettera
del padre per informarla che la madre è morta. Kitty, tornata dal padre, decide
di vivere con lui e di seguirlo perché è stato nominato Presidente del
tribunale alle Bahama.
“Il velo dipinto” è un
bel libro, la scrittura è delicata, ma non banale e conquista dal primo istante.
La storia si concentra sull’incapacità di comunicare, sui comportamenti e le
incomprensioni delle persone. L’incertezza sulle reali intenzioni di Walter Fane
ci accompagna durante la lettura; il suo
obbiettivo non traspare nelle sue parole e potrebbe essere una macchinazione per
riconquistare la moglie, oppure un reale disegno criminale per mascherare un omicidio con
codardia perché il killer è il colera; solo che chi materialmente decide chi
deve morire è l’epidemia e non l’uomo, e infatti Kitty uscirà indenne dal
fantomatico complotto.
Dal libro sono stati tratti
dei film: il più ammirato è quello interpretato da Greta Garbo, ma non avendolo
visto non posso esprimere giudizi. Ho visto il film diretto da John Curran con Naomi Watts, Edward
Norton e Diana Rigg. Il film è ben fatto, la fotografia, la sceneggiatura e l’ambientazione
mi sono piaciuti. Guardandolo si distingue per la colonna sonora, e spicca soprattutto
la musica di Erik Satie. Alcune parti divergono
dal libro, è ambientato in un luogo diverso, Hong Kong diventa Shanghai, inoltre
si trascurano alcune parti, come il finale, la morte della madre o il nuovo
incarico del padre.
Consiglio sia il libro che il film.
Consiglio sia il libro che il film.
Nella copertina c'è una scena del film con Naomi Watts. |
Il trailer
La colonna sonora
Grazie ancora per il libro ricevuto in dono.Al più presto leggerò anche il succitato,così brillantemente recensito.Buona Pasqua di Risurrezione.
RispondiEliminaHo amato tantissimo questo libro; lo stile dello scrittore cattura dalla prima pagina fino all’ultima riga, la storia e l’ambientazione non è banale, come i dialoghi dei protagonisti. Cia carissima e Buone Feste.
EliminaNon ricordo quanti anni avevo quando smisi di comprare i fumetti con le loro follie.
EliminaMi annoiavano tremendamente e fu l'inizio della ricerca del romanzo. Il giallo imprevedibile e misterioso che ogni settimana regalava storie , detective , indagini e gratificazioni memorabili quando si scopriva a poche pagine della fine e prima che l'autore lo svelasse chi fosse l'assassino. Tanti libri sparsi, di diverso genere. La collana Medusa della Mondadori, con quella copertina verde rigida e i caratteri piccoli; e poi i tascabili di allora, i primi Oscar Mondadori. Leggi e rileggi, finisce che ti capitano tra le mani titoli come "Il velo dipinto", "La luna e sei soldi" "Il filo del rasoio" e altri. Cominciai ad apprezzare W. Somerset Maugham per la sua capacità fine di portarmi altrove, di farmi vivere una storia, di rendermi familiari personaggi che vivevano altre vite, altri mondi, altre emozioni. Maugham che rendeva così bene gli stati d'animo, i tic individuali, le appartenenze sociali, i pruriti culturali. Raccontava di atmosfere aristocratiche, di donne diverse e uomini particolari, di luoghi misteriosi e di avventure non comuni. I suoi innumerevoli personaggi, scandagliati nell'animo come mai Freud poté fare, mi fanno compagnia , m'intrigano e mi divertono. Molto bello, soprattutto, "Il filo del rasoio", romanzo che mi aprì un mondo, quello della legittimazione dell'alternativa. Il libro che leggevo da piccolo è andato perduto, ma ho comprato la nuova edizione dell'Adelphi. Mai ho cominciato un romanzo con tanta titubanza. Lo chiamo romanzo solo perché non saprei come chiamarlo altrimenti. La storia che ho da raccontare non è gran cosa, e non termina con una morte né con un matrimonio. Una storia aperta, non conclusa , affine al protagonista. Maugham non rientra mai nelle classifiche dei più venduti, non è diventato bandiera di una età, non è mai nelle antologie della letteratura, non è mai stato abbastanza valorizzato per quello che è davvero: un grandissimo scrittore, un classico, un abilissimo psicologo.
Ho scoperto l’autore in un gruppo di lettura virtuale. Per il momento ho letto solo il “Velo Dipinto” e regalo gli altri libri agli amici sperando di scoprirli con più calma in un altro momento. Non è in cima alle classifiche dei libri più venduti eppure se guardo la scrivania del blog noto un particolare interesse: è uno dei post più cercati e cliccati. Mi devo scusare se rispondo al tuo commento in ritardo ma ultimamente non ricevo come una volta i messaggi direttamente nella casella postale; per questo motivo l’ho visto solo ora. Ciao
EliminaHo visto solo il film, e non ne ho un ricordo fantastico, la storia si pone da diversi punti di vista, Walter potrebbe aver demandato al fato. Lui, altrimenti, non sarebbe mai venuto a capo di quell'amore complicato.
RispondiEliminaIl film non corrisponde fedelmente al libro, è molto diverso, alcuni pezzi sono totalmente irriconoscibili e c'è molta libertà da parte dello sceneggiatore e del regista. Consiglio sempre di leggere il libro.
EliminaBuona giornata e grazie del commento.