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martedì 12 dicembre 2017

Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald

Con la mente di una lettrice, con la lettura del libro incluso tra i classici moderni, definito anche come tra i classici dei classici, mi sono trasferita negli anni Venti, in quel periodo noto come l’età del jazz.
Con la voce narrante di Nick Carraway ho riconosciuto un mondo frivolo, fatto di lusso sfrenato, ricchezze immense, il tutto condito con feste sfarzose all’inverosimile organizzate da un uomo misterioso, la cui vera identità è ignorata da tutti coloro che lo circondano, un uomo dal passato oscuro che nel fine settimana usa la sua Rolls-Royce per trasportare uomini e donne dalla città alla sua grande villa.
 
E sì, questa volta ho riletto il capolavoro di Francis Scott Fitzgerald: Il grande Gatsby. A dispetto della lettrice comune attenta ai particolari dei personaggi principali, la prima volta che lo lessi mi incuriosirono i personaggi del romanzo che invadevano la casa lussuosa perché pur di apparire e partecipare alle feste sfarzose dell’uomo del momento, non si occupavano del suo oscuro passato, di colui che non badava a spese, per non parlare degli uomini e delle donne che si autoinvitavano e che annoiavano con i loro discorseti anche il lettore meno attento. La prima volta che lo lessi mi colpì immensamente l’uomo dai mille misteri circondato da persone superficiali, determinato nel trovare la sua bella che lo abbandonò per un altro quando non aveva i mezzi economici sufficienti per un’esistenza dignitosa.

  

 
La storia personale e pubblica del Gatsby la conosciamo in gran parte dai lunghi discorsi sviluppati dai personaggi  durante le feste, o in compagnia di un aperitivo, o con le conversazioni a tu per tu con il suo vicino di casa, Nick Carraway; e dato che alle sue feste fa solo delle brevi apparizioni, le notizie sul suo oscuro passato raramente si materializzano o pendono direttamente dalle sue labbra.

Il Gatsby è circondato da molte persone, anzi troppe anche per una casa immensa, di cui alcune sono personalità di un certo rilievo ed altri invece sono uomini e donne insignificanti, e con tutto questo fermento alle sue feste mondane per un certo periodo mancava solo la sua prediletta: Daisy.
 
La sua vita è circondata da falsi miti e da false credenze, e c’è solo una certezza per il lettore: accumulando immense ricchezze, arricchendosi con ogni mezzo e diventando il Re senza corona delle feste mondane di West Egg, acquista una casa lussuosa sperando di rincontrare la sua ex e di riconquistarla con il frastuono dei suoi ricevimenti sfarzosi, tutte feste sontuose organizzate solo per Daisy anche se concretamente nessuno, compresa la sua preferita, erano al corrente dei suoi obiettivi.
 
Con la seconda lettura l’attenzione si sposta sulla vera identità dell’uomo, sui retroscena della sua vita passata, e sui particolari, sui pregi e difetti di ciascun personaggio, e soprattutto su quel periodo immortalato come l’età del jazz. Come tutte le letture a distanza di anni si dimenticano molte parti della storia, e in questo caso, con la rilettura, ho rinfrescato la mia memoria su una parte del romanzo, in particolare la scena finale attinente ad una tragedia degna di un libro giallo, nel quale assistiamo al tramonto di uno degli uomini più stravaganti e misteriosi della letteratura moderna.
 
 
 
 
Brani da ricordare ….
 
“Quando ti viene voglia di criticare qualcuno ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu” … pag. 7
 
e il lunedì otto domestici, compreso un giardiniere supplementare, lavoravano tutto il giorno con redazze e spazzoloni e martelli e forbicioni a riparare i danni della notte precedente … pag. 53
 
… “questo Gatsby mi ha mandato uno chauffeur con l’invito” mi guardò un momento come se non riuscisse a capire. “Sono io Gatsby” disse improvvisamente. “No!” Esclamai “Oh ti chiedo scusa” “Credevo tu lo sapessi,  vecchio mio. Temo di non essere un buon padrone di casa” … pag. 63
 
“è da molto che conoscete Gatsby?” chiesi “da parecchi anni” rispose compiaciuto “Ho avuto il piacere di conoscerlo subito dopo la guerra. Capii allora di aver scoperto un uomo di gran razza dopo un’ora che gli parlavo. Mi sono detto: Ecco il tipo d’uomo che si vorrebbe portare a casa per presentarlo alla madre e alla sorella” … pag. 92
 
aprì per noi due pesanti armadi brevettati che contenevano una massa di abiti e vestaglie e cravatte e camicie accumulate come mattoni a gruppi di dozzine (…) Prese una pila di camicie e incominciò a gettarcele davanti una per una, camicie di lino semplice, di seta spessa, di flanella leggera, che perdevano le pieghe cadendo, e coprivano la tavola in un disordine multicolore … pag. 116
 
Fu quando la curiosità per Gatsby giunse al culmine, che un sabato sera le luci del palazzo non si accesero e, oscuramente com’era incominciata, la sua carriera di Trimalcione finì … pag. 139
 
 
 
 
Scheda del libro
Titolo: Il grande Gatsby
Autore: Francis Scott Fitzgerald
Titolo originale: The Great Gatsby
Traduttrice: Fernanda Pivano
Genere: romanzo
Editore: Mondatori del 1996
Collana: I Miti
Pagine: 220




 
 


3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Ciao Inassia,
    da tempo non passavo dal tuo spazio e, come sempre, ho trovato n post molto accurato e interessante su un autentico capolavoro. Condivido quello che scrivi rispetto alla rilettura a distanza di tempo, di recente mi è capitato con "I promessi sposi" che a scuola...meglio stendere un velo pietoso!:-D.
    Ho nominato il tuo "Taccuino", blog che conosco ev ammiro da tanto tempo,anche se la frequenza è saltuaria,per un premio virtuale che spero ti farà piacere.Lo troverai nel mio blog "Parole qua e là".
    Ti aspetto a presto e tanti auguri per il Natale che si avvicina:-)
    Marilena.
    P.S.: ho avuto problemi con il messaggio precedente( vedi commento cancellato)

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    1. Grazie mille. Ho appena letto la comunicazione. Premio gradito e passerò dal tuo blog per leggere con più attenzione le motivazioni. A prestissimo

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